Cari amici, siamo fuori dalla grazia del Signore. Non che sia una novità, in terra a maggioranza cattolica, ma visto come continuano ad andare le cose, ad un certo punto si sbotta. Ora, dopo anni dalla figura di guano del Cile a livello planetario, fatta dal Paese per mano di Schettino, si punisce l’unico che nel momento del dramma, ha avuto coraggio e fermezza nel limitare i danni e salvare i passeggeri naufraghi della Concordia inchinata tra gli scogli dell’isola del Giglio, perla dell’arcipelago toscano. Uno impunito, sulla cattedra universitaria, sia pur per un giorno, e l’altro sollevato dal proprio incarico, al momento opportuno quando ormai gli echi del paradossale evento erano stati cancellati tra l’osanna del relitto trasportato a Genova. E’ così, l’Italia è questa: nel caso uno è scomodo, lo si promuove e lo si sposta d’incarico, magari in un ufficio dove sarà innocuo e non potrà più riparare ai danni degli inetti. E’ sempre stato così, fin dai tempi dei temi. Un prete era scomodo per una diocesi? Veniva rimosso, magari col tempo fatto anche cardinale e perché no, Papa. Quando era di troppo, saliva ancora un gradino, e per l’etero era accontentato; se aveva fortuna poteva trovare una buona sistemazione. E’ sempre stato così, dallo Stato Pontificio, al Regno d’Italia, alla Repubblica. Funzionava e funziona nella medesima maniera, con l’encomio e la promozione a gradi più elevati. Le tradizioni secolari si tramandano, se poi funzionano perché cambiarle? Ora parlatemi di meritocrazia e vi rispondo parafrasando: a chi me ne parla, metto mano alla pistola!
Enrico Martelloni